caoticA_lex
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caoticA_lex: tribute to Dirac (scroll for Italian)
This work is a distributed and interactive installation born from the necessity to visualize what usually is impossible to visualize: a chaotic algorithm.
caoticA_lex: omaggio a Dirac

"Le Monde est un grand Narcisse en train de penser". (Charles Baudelaire)

La tentazione di mettersi a giocare verbalmente con le infinite suggestioni del miracolo - apparente - di una genesi continuata di forme, colori e strutture quali quelli che CaoticaLex moltiplica a getto continuo dinanzi ai nostri occhi attraverso calcoli ultra complessi, è grande. Ma oltremodo rischiosa. Come cedere al canto inebriante e seducente delle Sirene! Seguiremo perciò un'altra strada, chiedendoci innanzitutto: "Che possibilità ha l'essere umano di arrestare il proprio pensiero mentre vive? ". Secondo alcuni nessuna. E' più facile, forse, trattenere il respiro che porre un "Alt!" al pensiero.
I mistici orientali, forse, che riescono a raggiungere l'esperienza estatica del Nirvana hanno potuto sperimentare qualcosa di analogo alla totalità del Vuoto mentale, ad uno stato di fusione con l'Universo. O, forse, gli artisti, che nella messa in forma delle loro opere hanno dato vita ad uno straordinario paradosso: creare un arresto della vita, una volta incorporata nella materia la forma dell' idea che è incaricata di trasmetterci, poi, una volta messa a morte, il soffio inerente alla propria esistenza vivente, quando fu originata dentro la mente.
Alessandro Barchiesi ha scelto una via del tutto opposta, quella di lasciar scorrere in un flusso, programmato per essere infinito, proprio l'incessante movimento del pensiero, stimolato da "collisioni", salti, incidenti, capaci di sottoporre a continue metamorfosi nuove configurazioni di significato possibile. Ha accettato completamente la sfida che nuove tecnologie e pensiero scientifico lanciano all'uomo di oggi. Pochi sono in grado di seguirlo su questa strada, avendo conseguito di recente, infatti, un dottorato in Fisica delle Particelle e disegnato e dipinto da sempre, seguendo in parallelo, il percorso dell'arte.
Nel 2004, da puri esperimenti di pittura, i suoi lavori hanno cominciato a sovrapporre tecnologie sofisticate a mezzi pittorici tradizionali consentendo allo spettatore di intervenire, consapevolmente o inconsapevolmente, attraverso sensori ed altro, nella composizione delle sue opere. Ora la sua idea di pittura, di quadro, si è fusa con le strumentazioni tecnologiche usate e con la capacità di calcolare e disegnare immagini, di portata, tuttavia, incalcolabile, attraverso le sue concezioni scientifiche. Interrogato, recentemente, sul suo nuovo lavoro, mi ha risposto così : "Sarà un lavoro interattivo, basato su una branca della matematica che io amo particolarmente: gli algoritmi caotici. E una legge caotica è alla base della generazione delle forme che compaiono sullo schermo o nelle stanze che formeranno l'installazione. Ricordo quando all'università mi parlarono per la prima volta di Paul Marie Dirac, uno dei padri della quantomeccanica che, a suo dire, fu sempre guidato dall'estetica nella sua ricerca...La bellezza fu il suo metro per giudicare quanto accuratamente una legge matematica potesse descrivere la realtà...e questo ci ha portato il mondo come oggi i fisici lo conoscono.Da sempre mi sono chiesto come Dirac riuscisse a vedere il bello di una legge matematica, di quelle brevi formule vergate su un foglio o su una lavagna dopo una serie infinita di conti e assunzioni...durante gli anni di studio alla Sapienza, lentamente riuscii a cogliere qualcosa...forse oggi un altro piccolo spiraglio si è aperto sul senso estetico del grande Maestro ".
Nuovamente interrogato se CaoticaLex avrebbe potuto essere riassunta come "la visualizzazione di un pensiero matematico", mi ha risposto " è più simile ad un lasciar sognare la matematica". Le parole che senza alcuna censura preventiva escono pronte dalle nostre labbra, meritano sempre grande attenzione, sono le uniche, forse, in grado di riassumere una verità, anche quando la sua dimostrazione è praticamente impossibile. Voglio prendere seriamente il loro contenuto che ha certamente a che fare con un abbattimento degli steccati fra diverse discipline e sistemi, Arte e Scienza, ad esempio, Intelletto ed Immaginazione, Bellezza ed Efficacia, Identità ed Alterità, Caos e Cosmos, Spazio e Tempo, Sentimento e Ragione.
Poichè se è vero che dobbiamo abbandonare l'idea di un Universo ordinato, perfetto ed eterno dobbiamo anche concedere ed aprirci a quelle forze di coesione e riorganizzazione che hanno contemporaneamente impedito la sua dispersione e dissoluzione e che, ancora oggi, continuano ad assicurare la prosecuzione della nostra avventura. Il pensiero, soprattutto quello occidentale, porta con sé un'eredità di colpa e di tristezza forse dovuta ai fortilizi che l'uomo ha costruito per difenderne l'originalità e i primati, senza che essi abbiamo potuto garantire in cambio pace e soddisfazione. La maggior parte dei nostri atti e gesti abituali, in realtà, sono del tutto inconsapevoli, determinati da automatismo e riflessi acquisiti. Il clic di una mano anonima è in grado di provocare con il suo contributo nuove trasformazioni nel grande Stream of Consciousness dell' Universo. Come spore minuscole i pensieri disseminandosi sono in grado di fruttificare e sopravvivere anche se in minima parte, come le cellule del nostro organismo arricchendo e rigenerando processi universali .
La strada che intraprenderanno le nuove creatività è ancora un mistero, soprattutto commisurata ai mezzi che abbiamo a disposizione senza che ancora ce ne sappiamo servire. Alessandro Barchiesi può servirsene, sta aprendo una nuova strada. Ci invita ad un atto di pacificazione e di umiltà dinanzi allo spettacolo infinito del Cosmo di cui mima il potenziale creativo-generativo, ma anche di partecipazione per aggregare-disperdere la nostra nella sua identità, celebrandone in sintonia la danza. Ci chiama ad un nuovo viaggio, per affrontare il quale è necessario abbandonare pregiudizi e paure. Se la potenza di ciò che ci resta oscuro può ancora sgomentarci, la sorpresa e lo stupore continuato che scaturiscono da linee, configurazioni, luci e colori ci accompagnano come profumi e suoni, che con la loro vibrazione e bellezza ricreano in noi il desiderio di inoltrarci vivendo e partecipando all'esperienza.
La "rete" è la sua complice ideale. Siamo lontani ormai dall' infinito leopardiano, che "dell'ultimo orizzonte il guardo esclude", vicinissimi, invece, e dentro il suo stesso divenire, il che non esclude l'altro, ma lo guarda, ormai, da un punto di osservazione estremamente ravvicinato. Lontani dalla pesantezza con cui mani inesperte ed improvvisate, conoscenze superficiali e non maturate, eseguono esercizi da night club o Luna Park, come se ne vedono un pò ovunque ad ingombrare ancora il nostro povero pianeta. Con sapienza da demiurgo e leggerezza da prestigiatore, munito di un'immensa pazienza, Alessandro Barchiesi riporta ad una legge armonica le discordanze del Caos, creando quella che Eraclito chiamava "l'armonia discordante dell'Arco e della Lira".
Il suo è un lavoro innovativo non solo nella capacità di gestire concezioni, calcoli e tecnologie, ma nella smagliante bellezza dell'Arte che anche nei suoi sublimi artifici, nella sua sofisticata architettura, come del resto la Scienza, ha poi sempre, come fonte d'ispirazione, il grande Libro della Natura.

Prof. Giovanna dalla Chiesa - Accademia di belle arti di Roma

22 settembre 2009

Leggere in uno sguardo
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Leggere in uno sguardo (scroll for Italian)
In the 2009 I spent a long period through the Molise mountains: the Mainarde. I not only learned the basis of Raku ceramics over there with a great artist: Romina Mazzocco, but for the first time I felt the nature in all of its power and beauty: the colors of the montains, the sun, the lake and the river... frogs and dragonflyes around me. After some times I found myself perceiving Time in a different manner: flowing in and out of me like the water from the river to the lake.
In the lack of external noises the buzzing filling my ears changed into inner voices that I usually forget to listen to, forgotten and unheard reflections usually covered from the chaos of my city of origin: Rome.
My body through this inner dialogue changing into tree, stone, lake, slowing my limbs like they wanted to stop and listen... Voices, restless inner voice of thinking...painful knowledge...childhood memories and present ones.
Few and quiet sight you can meet in the shadows of the mountains, you mainly meet yourself and you cannot refuse to look inside out and reflect. In that rare sight you can read an entire life in the flicker of the wings of a dragonfly.
This Joycian "stream of consciousness" is just this struggling encounter with a sight which probably is mine, in this fields of nowhere and notime where the whisper of the leaves under the feet like a mantra brings us in such an estatic state of consciousness allowing the comunication with our most inner self.
Leggere in uno sguardo
Al 2009 risale il mio primo soggiorno tra le Mainarde, quelle valli con uno spicchio di sole e dai colori innaturali, il lago, il ruscello... libellule e rane, ma piu' di tutto impalpabile cambiamento nella percezione del tempo che scorre fuori e dentro. Nell'assenza di rumori esterni il fischio che riempiva le mie orecchie si e' trasformato nelle voci interne che spesso dimentico di ascoltare, riflessioni che vengono in genere ignorate e annegate nella ordinaria caoticita' del mio luogo di origine. Mentre questa sorta di colloquio interiore si faceva spazio era come se il mio corpo divenisse albero, sasso, lago, rallentavano le mie membra, come volessero fermarsi ad ascoltare...Voci, incessante vociare del pensiero...alle volte dolorose...ricordi di infanzia e considerazioni sulla presente situazione. Si incontrano pochi e silenziosi sguardi in quei passaggi all'ombra dei monti, forse si incontra principalmente se stessi e allora e' impossibile sottrarsi alla riflessione. In quello sguardo incontrato di rado esistono intere esistenze da leggere. Il tentativo e' stato quello di trasferire in una sorta di "stream of consciousness" joyciano l'incontro-scontro con lo sguardo che forse e'proprio il mio, nello spazio e nel tempo aperti dal silenzio e da quel calpestio di foglie che come un mantra porta ad uno stato di estasi che mette in comunicazione anche violentemente con il proprio io. La scelta di desincronizzare audio e video e' dettata proprio dalla necessita' di sottolineare i due livelli temporali dell'anima e del corpo. Lo stesso dicasi per la scelta spersonalizzante di fissare l'immagine su una bocca che non e' la sorgente delle parole che l'io ascolta e produce.
sinestesia differenziale
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